WOW SPAZIO FUMETTO – Museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata è stato inaugurato ufficialmente, alla presenza dell’allora sindaco Letizia Moratti e dell’assessore alla Cultura, il 1 aprile 2011. Parrebbe quasi un pesce d’aprile (di pessimo gusto) che il suo ultimo compleanno coincida oggi con lo spauracchio di un’eventuale chiusura, dopo quasi quindici anni di onoratissimo servizio. Parliamo di 200 mostre organizzate in sede e una cinquantina tra Italia ed estero, oltre a un costante lavoro di divulgazione e radicamento dei linguaggi grafici e audiovisivi intesi non come mero intrattenimento, ma come seria e importante attività intellettuale e quali efficaci strumenti di riqualificazione socio-culturale.

Pure, è così: la convenzione con il Comune per l’uso dei locali di viale Campania 12 non è stata per ora rinnovata. Dopo un ultimo incontro con i funzionari comunali, la Fondazione Fossati, che gestisce il Museo, ha dichiarato impossibili le condizioni imposte dall’amministrazione cittadina, secondo cui per ottenere una proroga sarebbe necessario coprire subito il debito residuo dell’affitto, di oltre 180.000 euro: «La cifra era più alta, ma nel 2024 si è abbassata perché la Fondazione ha potuto già saldare parte di questo debito». Una situazione economica, va detto, aggravata dalla crisi post-Covid e dai costanti problemi strutturali dell’edificio, che costringe i visitatori a patire il freddo d’inverno e l’afa nel periodo estivo a causa della mancata climatizzazione».
«Senza una risposta chiara e tempestiva del Comune, il futuro del Museo sembrerebbe ormai segnato» – è l’amara conclusione dei gestori. Dallo scorso primo aprile è attiva una petizione potrà essere sottoscritta direttamente in sede oppure online (QUI) – https://www.change.org/p/aiutateci-wow-spazio-fumetto-rischia-lo-spegnimento-da-parte-del-comune-di-milano. L’obiettivo è raggiungere 5000 firme e in pochi giorni questo traguardo pare già prossimo. Le firme saranno consegnate all’Assessore Sacchi e al Sindaco Giuseppe Sala, i quali sono stati più volte invitati a visitare il Museo per comprendere l’importanza delle sue attività, peraltro già programmate fino a inizio 2026.
Numerosi attestati di sostegno e partecipazione sono giunti da istituzioni affiliate e analoghe al WOW, italiane ed estere, e tanti illustri personaggi del Fumetto e delle discipline correlate hanno lanciato accorati appelli affinché il Museo non venga abbandonato, tra cui la leggenda del fumetto Disney Don Rosa.

Ma perché il WOW è importante?
Prova a spiegarlo qui Eric Rittatore, divulgatore culturale e attuale Presidente di Cartùn APS, associazione genovese specializzata in cinema di Animazione fondata dal professor Giannalberto Bendazzi (1946-2021), tra i principali studiosi mondiali della materia.
Cartùn è una realtà genovese, che motivi o interesse ha di intervenire su una questione che riguarda essenzialmente la città di Milano?
Il nostro fondatore, Giannalberto Bendazzi, tra l’altro tra i promotori della nascita di realtà fondamentali quali ISCA- Istituto per lo studio e la diffusione del cinema di animazione (1970) e ASIFA Italia (1982), nonché autore di una monumentale Storia Globale dell’Animazione, era ravennate per nascita ma milanese d’adozione, e infine genovese per scelta di vita. Ha sempre mantenuto un legame solido con il capoluogo lombardo, in cui si trasferì nella prima infanzia con la famiglia: non a caso in origine Cartùn aveva un ramo milanese con cui furono organizzati importanti eventi come i premi Itala nel 2016, altro tentativo purtroppo rimasto tale di valorizzare la storia e l’identità dell’Animazione italiana.

Non a caso presentò al WOW l’edizione italiana della sua opera monumentale, e non è casuale – come il direttore del Museo, Luigi F. Bona, sottolineò nel suo ricordo in occasione della scomparsa di Bendazzi, che la sezione Animazione del Museo sia dedicata a lui. A Milano Cartùn ha mantenuto fertili amicizie e collaborazioni, come quella con la Famiglia di Osvaldo Cavandoli, ‘papa’ di quella Linea che, se fossimo un Paese consapevole delle proprie eccellenze, sarebbe il nostro Topolino (Bendazzi, convinto di ciò, la scelse per la copertina dell’edizione italiana del suo libro) e la cui statua è conservata negli spazi del WOW, insieme al tavolo d’animazione del Cava e a tanti altri preziosi cimeli. Qui va ricordato che un altro “luogo magico” di Milano, purtroppo non noto e valorizzato come merita, è proprio lo StudioCine Cavandoli, forse l’unico atelier preservatosi tale e quale dall’epoca d’oro dell’Animazione italiana…

Il professor Bendazzi non fu estraneo alla gestazione stessa del WOW…
Bendazzi discusse con il direttore Bona, suo caro amico fin dagli anni Settanta, anche l’idea di un museo gemello dedicato espressamente all’Animazione, eventualmente da istituire nell’hinterland milanese. Le condizioni purtroppo non si realizzarono – un museo dell’Animazione forse appariva ancora più ‘folle’ di uno dedicato al Fumetto! – e lo stesso Bendazzi lasciò Milano per seminare Animazione altrove, a lungo oltrefrontiera. Il WOW ha stretto fertili sinergie con biblioteche ed atenei cittadini, e ciò accresce il rimpianto per la cancellazione del Corso di Storia dell’Animazione creato da Bendazzi all’Università di Milano, capace di forgiare una nuova generazione di storici e specialisti nello studio di questo linguaggio poliforme e interdisciplinare. Dopo tanti viaggi ed esperienze, Bendazzi si è infine stabilito a Genova, dove oggi, rifondata Cartùn come aps, ci stiamo impegnando per dare corpo e anima al suo ultimo sogno: una Biblioteca/Archivio/Centro Studi. Resta a testimonianza dell’auspicato ‘gemellaggio’ col WOW, la definizione di “immagine animata” integrata nel nome del museo meneghino, emersa dalle lunghe conversazioni con Luigi Bona: una valida alternativa all’abusato, fuorviante e limitato “cartoni animati” tuttora imperante nella vulgata ma anche, troppo spesso, nell’informazione.

Ma qual è l’importanza del WOW per Milano?
Anzitutto, nel WOW è stata convogliata la memoria e l’eredità di un illustre vogherese, Franco Fossati. Giornalista, sceneggiatore Disney, tra i più insigni storici e saggisti della letteratura disegnata, nonché fondatore tra l’altro dell’Anonima Fumetti di Torino, associazione italiana dei professionisti della Nona Arte. Dopo la prematura scomparsa a soli 50 anni, la sua ricca collezione (oltre cinquecentomila pezzi, non solo di genere fumettistico) è passata in cura alla Fondazione monzese a lui intitolata, che ha proseguito con passione e competenza la sua opera. La Fondazione Franco Fossati (FFF) è stata anche responsabile culturale della fiera annuale Cartoomics di Milano prima di intraprendere la Grande Avventura del WOW. Un progetto la cui premessa era la convinzione che il capoluogo lombardo, già “capitale” del periodo d’oro dell’Animazione nazionale e patria di numerosi maestri del fumetto italiano, potesse consolidarsi quale vera e propria Città del Fumetto.

Ma si tratta anche di riqualificazione urbanistica e sociale. E’ in gran parte merito della presenza del WOW se l’area ex Motta, a lungo abbandonata al degrado, è stata riconsegnata ai suoi abitanti, e che a una gloria nazionale come il giornalista Oreste Del Buono – che tanto diede alla conoscenza e la valorizzazione della Nona Arte in Italia – siano stati intitolati i giardini pubblici adiacenti. Ecco, qui non si sta parlando di ‘trastulli per bambini’ (nell’accezione irrispettosa che gli adulti riservano all’ambito complesso e profondo dell’infanzia), ma di un lungo e accurato lavoro di analisi, conservazione e valorizzazione operato da autentici intellettuali, senza il quale oggi nel nostro Paese non avremmo la minima consapevolezza di un intero settore artistico-creativo che è a tutti gli effetti una componente caratterizzante della Storia socio-culturale del nostro Paese. Non solo: altrove costituisce ormai un’importante fetta del mercato nazionale, mentre da noi gli viene tuttora troppo spesso riservato il tavolo dei “piccoli”.

Il post Covid ha costretto gli amministratori a essere inflessibili nella logica di far quadrare i conti.
La crisi generale imputata in larga parte alla pandemia col tempo è diventata un mantra con cui si sono anche giustificate e coperte palesi inefficienze. Se tale bonus di fiducia è valso per istituzioni e grandi aziende, talora alle prese con deficit e problematiche ben superiori, dovrebbe a maggior ragione concedere qualche attenuante a piccole realtà come il WOW che, ritardi nell’affitto a parte, ha sempre dimostrato fantasia e resilienza nel reperire in modo autonomo le risorse necessarie alla propria sopravvivenza. Si tratta di essere consapevoli del valore aggiunto che iniziative di autentico pubblico (e civile) servizio costituiscono per l’intera comunità.
Quando siamo andati a firmare la petizione del WOW (a oggi ha superato le 9.000 adesioni) abbiamo potuto constatare, vedendo i ripetuti ‘oltraggi’ perpetrati alla sua facciata adorna di protagonisti del mondo del cartoon, baluardi di una concezione grafica votata all’incoraggiare capacità critica e gusto estetico ben più complessi, come e quanto un sincero, competente e appassionato lavoro culturale possa impattare positivamente sull’ambiente e il contesto sociale. E quanto poco ci voglia per dissipare questo impegno. L’invasiva, arrogante pacchianeria di sfregi e grafismi votati esclusivamente all’abbruttimento contestuale e a un chiassoso e volgare solipsismo, è uno “specchio dei tempi” di cui le istituzioni nostrane non appaiono adeguatamente consapevoli, al punto da rendersene talora complici involontari. Ma il problema è trasversale all’ideologia o schieramento politico: sono altrettanto deleterie e pretestuose certe recenti strumentalizzazioni atte a insinuare il sospetto di favoritismi politici che beneficerebbero alcune realtà cittadine rispetto ad altre. No, niente ‘figli’ contro ‘figliastri’: per usare un termine caro a questo governo, valutiamo oggettivamente il merito studiando piuttosto come valorizzarlo ulteriormente.

Quali prospettive se davvero dovesse concretizzarsi lo sfratto del Museo?
E’ troppo presto per dirlo, e il doveroso auspicio è che si possa intavolare un discorso ragionevole e programmatico tra le parti (qualche segnale positivo si è manifestato nel frattempo), ma se davvero si dovesse verificare una simile eventualità, potrebbe essere lo stimolo affinché, finalmente, si mobilitino insieme le varie realtà culturali operanti in questo settore.Bendazzi ha voluto espressamente che la sua Biblioteca/Archivio restasse a Genova, ma seguendo una visione “globale” che la rendesse fruibile e sinergizzante a 360°; a Torino (r)esiste un’importante realtà come l’Anonima Fumetti, legata all’eredità intellettuale di Fossati: ipotizzare un’azione congiunta, a sostegno del WOW, eventualmente anche valutando soluzioni ‘diffuse’ potrebbe essere una delle tante idee, complesse quanto affascinanti. Ciò che sta accadendo al WOW ci riguarda tutti: è un paradigma di ciò che potrebbe succedere a qualsiasi realtà indipendente attiva in un settore precario come la Cultura. L’unica difesa efficace resta il consolidarci in una rete compatta e solidale. Il doveroso radicamento locale non deve escludere il fare rete a livello nazionale e oltrefrontiera: il WOW è un esempio virtuoso di quest’ottica, come attestato dalla solidarietà di numerose istituzioni europee analoghe.

Ma, ripeto: il WOW è a Milano, è un patrimonio della città e dei milanesi. Rischiare di veder disperso, o reso di difficile fruizione, un simile patrimonio, costituirebbe l’ennesimo errore prospettico della politica nostrana. La quale, invece, dovrebbe consolidare il dialogo con le realtà virtuose del territorio, mettendole in condizione di continuare il lavoro valutandone oggettivamente i risultati, senza favoritismi ma anche senza controproducenti rigidità e diktat unilaterali. L’amministrazione ha senz’altro il diritto di decidere in base alle proprie strategie e necessità, ma in tal caso, prima di chiudere un progetto bene avviato e con una programmazione in corso di lungo periodo, anche il dovere di mettere pubblicamente sul piatto cosa propone in alternativa, soppesando attentamente costi e benefici. In fondo, è tutto ciò che chiedono i gestori del WOW… e ci pare di poter sostenere senza tema di smentita che, almeno questo minimo rispetto, se lo siano guadagnati ampiamente sul campo.
Per aiutare concretamente il WOW:
Donare su PayPal a fondazione@fumetto.org, o tramite bonifico all’IBAN IT58X0306909606100000018704 (Fondazione Franco Fossati)
Firmare la petizione online: https://chng.it/jhDSZMkKmK
