Di Alice Buscaldi
Anche quest’anno il Festival di Annecy (10 – 15 giugno) si preannuncia ricco di sorprese e sapere che tra queste vi è la “mamma” di She-Ra, serie di successo americana del 2018, ci rende ancora più contenti.
Noelle Stevenson, produttrice della serie, sarà presente all’evento per una sessione di dédicaces e per incontrare il pubblico.
Prima di ciò però, facciamo un passo indietro e vediamo perché la serie animata She-Ra e le principesse guerriere ci è piaciuta così tanto.
She-Ra and the Princesses of Power, questo il titolo originale, è una serie animata statunitense del 2018 prodotta da Noelle Stevenson per Netflix.
Reboot della serie televisiva anni ‘80 , la trama segue le avventure dell’orfana Adora e della sua alter-ego She-Ra, la leggendaria Principessa del Potere.
Cresciuta da Hordak, tiranno che domina il pianeta Etheria attraverso la sua terribile Orda (che va immaginata come l’Impero di Star Wars che prova a conquistare l’universo e a soggiogare chiunque), la giovane Adora capirà ben presto la sofferenza che egli ha inflitto al pianeta e alla sua gente, e coalizzerà intorno a sé un gruppo di resistenza di altre principesse dai poteri magici (The Princesses Alliance) al fine di liberare Etheria dalla stretta di Hordak.
Il design dei personaggi è ciò che ci ha colpito sin da subito. Le principesse sono tutte diverse per forma ed etnia: una è bassetta e curvy, un’altra alta con la pelle olivastra, una con la pelle scura, e così via. Niente a che vedere con la serie anni ‘80 dove tutte le principesse erano identiche per forma e colore (forse per ragioni di tempo legate sia alla produzione dei gadget che al riutilizzo delle animazioni nelle sequenze animate).
Discorso a parte merita il tema dell’identità sessuale nella serie. Nulla viene mai detto esplicitamente, ma esiste un sottotesto omoerotico nel rapporto tra Adora e Catra (amica e antagonista di Adora) e in generale nella gestione di tutti i personaggi. In diversi episodi possiamo leggere tra le righe; in altri possiamo apertamente vedere le relazioni amorose che legano i personaggi (le principesse Netossa e Spinnerella che entrano nella sala della riunione mano nella mano e che si scambiano dolci parole, ad esempio).
Questo è il punto forte della serie cioè la consapevolezza che l’animazione sia un mezzo d’espressione e non solamente un genere cinematografico per famiglie e bimbi. Questo, Noelle Stevenson sembra saperlo.
Anche il fatto che vi siano evidenti richiami a serie di successo come Adventure Time, ma anche Steven Universe (le principesse sono come le Crystal Gems, con le loro dominanti cromatiche) inserisce She-Ra nella più matura animazione per giovani rintracciabile oggi.