Di Alice Buscaldi
Si sa, le verdure fanno bene alla salute. Quanti non si sono mai sentiti dire da mamme e nonne la famosa frase: “Mangia gli spinaci che diventi forte come Braccio di Ferro”? La risposta è che ce lo sentiamo dire da 90 anni, tanti quanti ne ha compiuti il 17 gennaio scorso Braccio di Ferro, il marinaio più amato dei fumetti.
Nato nel 1929 dalla matita del disegnatore statunitense Elzie Crisler Segar, la fama del noto mangia-spinaci arrivò un po’ per caso, dopo che la serie di cui faceva parte era già ben nota: The Thimble Theatre, la striscia giornaliera i cui protagonisti erano una buffa coppia di fratelli: il piccoletto Castor Oyl e la sua ossuta sorella Olive Oyl.
Quel marinaio rozzo e irascibile entrato in scena solo perché avrebbe dovuto accompagnare con la sua barca Castor Oyl in un viaggio in Africa, alla ricerca della rara gallina Fischione, con i suoi modi bruschi e la parlata sgrammaticata conquistò il pubblico dei lettori in maniera abbagliante e imprevista, tanto che la serie venne ribattezzata semplicemente “Popeye”.
Con un seguito di appassionati sempre più numeroso, le storie si moltiplicarono, sia nel settore dei fumetti, dove le trame divennero più articolate e avventurose, sia in quello dei cartoons dove Popeye debuttò all’interno di un cortometraggio animato della serie Betty Boop col titolo Popeye the Sailor (Il marinaio Braccio di Ferro) nel 1933. Padrini delle animazioni gommose erano i fratelli Max e Dave Fleischer, fondatori dei Fleischer Studios che, con una produzione di quasi 10 anni (dal 1933 al 1942), produssero 109 episodi animati del forzutissimo marinaio.
Il successo delle strisce, affiancato dagli episodi animati, rese Braccio di Ferro così famoso che negli anni Trenta i consumi degli spinaci aumentarono del 30% tanto da spingere i coltivatori della texana Crystal City e gli industriali dell’Arkansas a erigergli due statue di ringraziamento (la terza scultura che rappresenta Popeye si trova a Chester, Illinois, dove è nato Segar).
A rendere omaggio al mangia-spinaci è corso anche il noto Genndy Tartakovsky (il papà di Samurai Jack e della trilogia di Hotel Transylvania, per intenderci) che iniziò la lavorazione di un lungometraggio con Popeye protagonista, accompagnato dall’impacciata Olivia e dal burbero Bruto (test d’animazione).
L’idea di un lungometraggio in 3D che fosse “il più possibile artistico e irrealistico” (come avrebbe voluto Tartakovsky) e che unisse il contemporaneo 3D allo stile bone-lessfleischeriano, spaventò la Sony che puntò su qualcosa di più commerciale.
A 90 anni dalla sua nascita, Braccio di Ferro rimane uno dei personaggi più amati di sempre, e quest’anno si moltiplicano gli appuntamenti per celebrarlo: il Sottodiciotto Film Festival & Campus (dal 15 al 22 marzo) per esempio, proietterà non solo gli episodi prodotti dai Fleischer Studios negli anni 1933-42 ma anche i tre mediometraggi a colori realizzati tra il 1936 e il 1939.
Qualcuno pensava davvero che una scatoletta di spinaci non avrebbe fatto la differenza? Se sì aveva torto. Lo dimostra un giovanotto di 90 anni che non ha perso né smalto né fascino.